Ciao Ornella-musica

26.11.2025

Da pochissimi giorni sei volata in cielo e, forse ieri, ti hanno dato in quel di Milano l'ultimo saluto.

Fisicamente non c'ero, non potevo esserci per ovvi motivi di distanza, ma col cuore sì.

Nel mio piccolo, quindi, anche io voglio salutarti come si conviene ad una signora che in sessanta e più anni di carriera ha dato tanto, ha dato tutto…

Una signora che dato, a tutti, ciò che poteva e di meglio aveva da dare: il suo cuore in note musicali.

Anche a chi, come me, non l'ha mai seguita in modo accanito…

Voglio salutarti usando i tuoi stessi testi: forse rappresentano al meglio quello che, credimi, non riesco a dire altrimenti.

"È uno di quei giorni che ti prende la malinconia

Che fino a sera non ti lascia più…"

immagine dal web
immagine dal web

Non faccio che ripetere queste parole, dentro di me, perché quasi non ci credo che tu sia volata via: davi l'impressione di essere eterna come solo pochissimi artisti riescono a fare con la propria persona.

Una donna che, se hai necessità di incontrare, (nota bene, che ho parlato di necessità…) basta cliccare il tasto "on" dello stereo o della televisione e subito la incontri, la senti, la vedi…

E allora mi ripeto addosso quelle parole: non si può non pensare a te, se non in chiave musicale. Io per lo meno, non ci riesco.

Una Signora della musica, quale tu sei sempre stata (con la "S" maiuscola, s'intende!) non avrebbe voluto che le si parlasse in altra lingua se non quella alchemica fatta di note e parole, suppongo.

Quel linguaggio universale che prima di parlare alla persona, parla al suo cuore alla sua anima, evocando ricordi, sensazioni, struggimenti tali per cui chi ascolta rimane incantato e, perso in un mondo altrove (e magari, davanti ad una tazza di buon caffè) pensando: mi ha appena rivelato una verità, un concetto che appartiene anche a me e da cui è impossibile fuggire…Questa persona canta di me, perché evidentemente mi conosce benissimo pur non avendomi mai incontrato.

Ma tu, sei stata tanto… Ben oltre le sette note musicali; perché dentro ciò che cantavi, ci mettevi anche la tua vita.

Hai cantato tutto, dalla mala all'amore più raffinato, risultando sempre intensa, piacevole, credibile, vera, senza fronzoli inutili e pacchiani.

A modo tuo, nel tuo stile, hai anche cantato il futuro e la speranza; quell'andare oltre il tempo, oltre la stessa musica e le stesse parole, per mostrare in anticipo a chi sapeva ascoltare, qualcosa che non c'era, ma che sarebbe potuto arrivare perché no, e rivelarsi finalmente…

"Sant'allegria, sant'amore che vai via
Ascoltami stasera
Un'altra frase, mezza frase aspetterò
Sperando che sia vera…"

Gli artisti, i grandi artisti, questo fanno d'altronde: mettono il tuo cuore in un macinino tutto loro e lo riducono in poltiglia; poi ti mettono davanti ad uno specchio immaginario dove ti riconosci e dove, semmai, ti fai anche male dentro; ma, e qui il bello, appena finisce l'ultima nota del brano, tu comune mortale, senti il bisogno di ringraziarli e di pregarli dicendo:

" Canta ancora, ti prego".

Con me, cosi hai fatto. E penso tu lo abbia fatto con tutti.

Sei stata "colpevole" di una bella verità: la tua e universalmente di tutti.

Colpevole di una bellezza cosi raffinata, anche difficile da comprendere ma che non poteva essere esclusa da nessuna logica, da nessun vocabolario…

Forse un po' ti sono mancati nei concetti cantati, l'ironia e il gioco che pure ti appartenevano (i tuoi interventi in televisione mi hanno letteralmente stregato!) ma che, quando li hai espressi, sono stati un vero voltapagina per l'esistenza: il desiderio di un'altra vita, di un altro sogno, chissà…

"A questo punto
Buonanotte all'incertezza
Ai problemi all'amarezza
Sento il carnevale entrare in me.
E sento crescere la voglia, la pazzia
L'incoscienza e l'allegria
Di morir d'amore insieme a te…"

Tu Ornella, per me, sei stata tutto questo, e vorrei dirtelo; ma senza piagnistei o cose troppo melense: probabilmente non ti appartenevano più di tanto e io per questo, non lo faccio: non vorrei offenderti…
Posso solo salutarti cosi, usando ancora le tue stesse parole e dicendoti un arrivederci soffice come la tua voce…

"E allora corri, corri come un sogno
Fuori strada e fuori sintonia
Corri, corri come corre il tempo
Che ti dà un minuto e dopo va via
E corri, corri come corre il lampo
Che se la pelle te la strappa una spina
Ahi, Valentina, pensa che era naturale
Era un "ti amo", una carezza venuta male…"

Ciao Ornella.

Alessandro La Posta